06 Ott I capillari delle gambe: cosa sono e come si possono eliminare?
Le teleangectasie venulari e capillari degli arti inferiori dette comunemente capillari non sono altro che piccole vene dilatate localizzate negli strati più superficiali della pelle, contenenti una quantità di sangue maggiore di una vena sana, per questo ben visibili a occhio nudo, tanto più che il sangue in essi contenuto è povero in ossigeno e quindi più scuro. Possono essere la conseguenza di vene malate (varici) o essere un problema isolato della cute (pelle). Possono essere asintomatici o causare fastidio localizzato (bruciore, prurito, dolenzia) talvolta soprattutto negli anziani sono causa di cospicue emorragie se localizzati in zone facilmente traumatizzabili cioè al disotto del ginocchio. Nelle persone giovani e meno giovani costituiscono generalmente un motivo di disturbo prevalentemente estetico. Pertanto è frequente la richiesta di trattarli soprattutto al sopraggiungere dell’estate quando ci si accinge a scoprire le gambe. Il problema riguarda essenzialmente il sesso femminile, ma colpisce anche il maschio, per il quale costituiscono un problema meno pressante. Molte pazienti chiedono se e come curarli e soprattutto se ritornano, se il sole o la ceretta può danneggiarli. Innanzi tutto, voglio ribadire che pur non comportando rischi per la salute trattasi pur sempre di una disfunzione, pertanto l’inestetismo che ne deriva è il frutto di una malattia; dal successo della cura di questa malattia dipende il risultato estetico. Il presupposto fondamentale della terapia sta nell’effettuare una accurata visita, con raccolta anamnestica circa la familiarità, il numero delle gravidanze pregresse o l’intenzione di averne in futuro, le terapie ormonali in atto o pregresse, l’attività fisica, l’esposizione a fonti di calore, l’alimentazione ed il peso corporeo, l’utilizzo di abiti o calzature incongrue . Segue un accurato esame ecocolor doppler rivolto non solo ad escludere la malattia della vena safena o del sistema venoso profondo, ma anche alla ricerca di eventuali piccole varici al disotto dei capillari responsabili del loro nutrimento, mediante l’uso di sonde ecografiche ad alta frequenza, oltre all’impiego d’apposita luce rossa per evidenziarle meglio. La cura consiste nella microsclerosi, ossia l’iniezione mediante sottilissimi aghi, che richiedono l’impiego di lenti di ingrandimento, di piccole quantità di prodotti sclerosanti. Si praticano numerose iniezioni ogni seduta, in ciascuna angectasia visibile. Occorrono diverse sedute variabili in ogni paziente, circa 6-10, distanziate non meno di 3-4 settimane. La terapia non è assolutamente dolorosa, purtroppo è richiesta una certa confidenza con i piccoli aghi che usiamo, e per coloro che sono timorosi nei loro confronti o non amano assolutamente guardarli, ci può essere un po’ di titubanza o timore iniziale, che poi si esaurisce alla prima seduta. Appare chiaro dunque che non essendo una terapia estetica dovremo aspettarci risultati progressivi nel tempo. Non si tratta comunque di passare un colpo di spugna sulla gamba, bensì di migliorare la circolazione ottenendo assieme ad una riduzione di calibro una riduzione nel contenuto di sangue , che si risolverà in un significativo risultato estetico E’ fondamentale non chiuderli del tutto per non creare sovraffaticamento della circolazione circostante, presupposto per le recidive, come succede spesso col trattamento laser . Alla domanda se ritornano rispondo :come moltissime malattie curabili ma non guaribili, richiedono attenzione per tutta la vita e periodici controlli ed eventuali ritocchi scleroterapici ad una cadenza variabile in ciascun paziente.
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